Le Cinque Terre di oggi devono tutto alla caparbietà e alla tenacia delle vecchie generazioni che con sforzi sovrumani hanno modificato il territorio per potere vivere grazie all’agricoltura producendo vino per la vendita.
L’asperità del territorio ha fatto si che per poter coltivare la vite, si è reso necessario costruire un’infinità di muretti “a secco” per creare i terrazzamenti su cui impiantare i vitigni.
La vendemmia poi assumeva contorni epici, in quanto i collegamenti fra i terreni erano costituiti da stretti ed impervi sentieri con innumerevoli scalinate, che non consentivano di utilizzare alcun tipo di mezzo meccanico per il trasporto.Ogni singolo grappolo d’uva veniva quindi trasportato con le “corbe” sulle spalle dagli uomini e con le “paniere” sulla testa dalle donne.
In alcuni casi i vigneti erano così vicini al mare che la vendemmia si faceva con l’utilizzo dei “gozzi” (tipica imbarcazione ligure) sui quali venivano caricati i cesti pieni d’uva direttamante dalla scogliera.
Ma per meglio comprendere il concetto vi preghiamo di osservare con la dovuta attenzione le foto d’epoca riportate in fondo a quest’articolo, gentilmente concesse dal sig. Anselmo Crovara di Manarola, che dispone inoltre di una spettacolare collezione di oggetti agricoli dell’epoca esposti in un piccolo museo personale.
Per meglio capire il presente e per cercare di dare un futuro al nostro territorio bisogna necessariamente attingere dal passato!
Le foto contenute in questo articolo sono di André Leuba, Eduard Kopp e Anselmo Crovara custodite nell’Archivio della Memoria Anselmo Crovara in Via Aldo Rollandi in Manarola.
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